venerdì 10 ottobre 2008

A MONDO MIO di Mario Gerosa

Mario Gerosa nell'ultimo numero di Exibart.onpaper parla dell'arte di Second Life e dei nuovi scenari che si stanno aprendo per gli artisti del World. Leggiamolo!


A MONDO MIO di Mario Gerosa


Negli ultimi mesi è successo qualcosa di strano all’arte di Second Life: è cambiata la geometria dei suoi gradi di separazione. Prima l’arte di SL era molto più lontana dall’arte tradizionale che dalla pop culture, ora il rapporto si è sbilanciato, ha quasi cambiato segno.
Fino a qualche tempo fa i fotoritratti di SL venivano liberamente assimilati all’immaginario dei videogames sul genere di The Sims, venivano considerati dei surrogati dei manga giapponesi e delle digital beauties realizzate con Poser.
Adesso invece si evocano coraggiosamente altri riferimenti e si tende a far trasmigrare l’arte dal mondo virtuale dei Linden nei territori contigui a quelli dell’arte di serie A. Magari non proprio quella ufficiale, ma una dependance della grande arte contemporanea che, se non è il salotto buono delle tendenze milionarie, è comunque una dignitosissima anticamera, un purgatorio estetico da cui sono già passati i writers e alcuni illustratori di genio.
Questo succede per vari motivi. Innanzitutto comincia a delinearsi un mercato per l’arte di SL, che non riguarda più quei tre o quattro nomi di riferimento, ma che considera un certo numero di ex emeriti sconosciuti che iniziano ad avere un certo successo, almeno nelle nicchie di appassionati. Prova ne è che Avatrait , la prima galleria specializzata in arte di SL, propone dei portfolio di artisti emergenti per tremila dollari.
Poi ci si è resi conto che qualcosa è cambiato, che non si può più andare a spanne e che esiste una differenza sostanziale tra le eccellenze dell’arte di SL e le Digital Beauties create con Poser e celebrate dal volume omonimo del 2001, curato da Julius Wiedermann e pubblicato da Taschen. Le digital beauties esaurivano il loro compito nella celebrazione di una nuova estetica classica, rappresentavano l’equivalente delle sculture del Canova, erano la pura esaltazione del bello, il neoclassico del web (per inciso, in tal senso si delinea un accenno di cronologia artistica dell’arte dei social network e dei mondi virtuali).
I fotoritratti di SL invece introducono una dimensione romanzesca da feuilletton, da graphic novel o da fotoromanzo, come preferite: i ritrattidi di avatar presentati nelle pagine di Flickr spesso rappresentano o evocano delle storie e quindi ricordano piuttosto gli affreschi medievali e rinascimentali. Le opere di Pestilence e HeroineNouvel sono la versione contemporanea delle storie di Giotto o, a seconda dei punti di vista, una reinterpretazione della poetica di Cindy Sherman. Ma ricordano anche l’opera di Mimmo Rotella: si creano squarci improvvisi nelle narrazioni per interposta persona, ora reappresentate dalle microstorie dei manifesti, ora dalle cronache degli avatar. Non solo. In questi mesi di rapidi cambiamenti, l’arte di Second Life si presetna soprattutto come informazione, al pari di un blog o di una notizia pubblicata su un giornale: le immagini innanzitutto raccontano.
Insomma, i riferimenti colti si fanno più corposi e, come se non bastasse, vari artisti affermati nella vita vera utilizzano Sl per creare opere originali: uno per tutti, Giuseppe Stampone, che fa dialogare Second Life e la cosiddetta Real Life.
Ora resta da vedere se si potrà attuare una possibile, seppur difficile, sinergia tra gli artisti autodidatti nati e cresciuti su SL e gli artisti già accreditati che utilizzano questo nuovo strumento espressivo. Sarebbe una curiosa alleanza, che raramente si è già vista nella vita vera, ma che potrebbe portare risultati interessanti.


Pubblicato sull’ultimo numero di Exibart.onpaper (n.51 agosto- settembre 2008)

www.exibart.com

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