martedì 26 agosto 2008

"Un monumento all'artista ignoto" di Mario Gerosa

Mario Gerosa autore di Rinascimento Virtuale Meltemi Ed.


(Installazione di lucian Iwish)

Per parlare di arte in Second Life bisogna avere uno spirito pionieristico e anche una buona dose di coraggio. Si tratta di un'arte che non è ancora stata legittimata, che non è entrata ancora nei canali ufficiali della cultura alta, di un'arte prodotta da personaggi che spesso non hanno familiarità con il mondo delle gallerie, dei musei, delle grande fiere internazionali.
A parte una ristretta minoranza di artisti già affermati nella vita vera, la maggior parte degli artisti che operano all'interno di Second Life si sono resi conto di avere un certo talento soltanto frequentando il mondo sintetico dei Linden Lab.
Di colpo, all'improvviso, si è quindi riversata sulla scena artistica una folla di neofiti, perlopiù autodidatti, che propongono le loro opere su Flickr o nelle gallerie nate all'interno di Second Life. Migliaia di artisti che producono quotidianamente centinaia di opere che nessuno si prende la briga di censire, una moltitudine di fotografie, installazioni, performance, video e architetture che rispondono agli stili più disparati, e che in ogni caso difficilmente sono rapportabili agli stili della realtà. Queste opere, che rischiano di scomparire dall'oggi al domani, sempre in balia degli umori dei loro creatori, appaiono perse in un mare magnum in cui mancano le coordinate. Chi naviga a vista in internet, spostandosi alla ventura tra le pagine di Flickr, cercando possibili affinità elettive tra un artista e l'altro nelle sezioni di Koinup, non di rado si sente perso. Non esiste ancora un'intelaiatura critica per districarsi nell'arte di Second Life. Finora pochissimi critici si sono avventurati tra le migliaia di pagine di Flickr costellate di opere e di commenti per cercare di porre le basi per un nuovo tipo di arte, che probabilmente potrebbe essere la next big thing, dopo il surrealismo pop, i writers e la street art.
Più facile liquidare sbrigativamente tutta la questione, dicendo che in fondo questa non è arte, relegando le sperimentazioni della gente comune nella terra di nessuno degli hobby e del dilettantismo.
Questa mostra invece cerca di portare alla luce una cultura sommersa ad alto rischio di estinzione. Le opere presentate qui, senza avere la pretesa di offrire una visione esaustiva della creatività in Second Life, offrono un'idea della ricchezza di proposte maturate in questo universo sintetico. Offrono un squarcio sull'arte in Second Life in un momento delicato, in cui un calo mediatico rischia di mettere in ombra anche la produzione di nuovi artisti da tempo in attesa di una serena valutazione critica, che ancora non è arrivata.
Intanto il rischio è che si commetta lo stesso errore fatto dalle aziende: accecati dalla foga di salutare i primi arrivati, si dimentica tutto il resto. I media, una volta assicuratisi dieci nomi da far circolare, fatta indigestione anche di questo tipo di sperimentazione, si stancano. E tutti quelli rimasti alle spalle dei talenti più svelti, di quelli andati in avanscoperta, scontano un'eccessiva inclinazione alla riflessività e perdono la loro unica occasione.
Questa mostra non presenta dieci artisti. Ne presenta un centinaio. Naturalmente siamo ben lontani dalle masse di talenti semi-sconosciuti che si affacciano ogni giorno su Flickr, ma è già un inizio, la testimonianza della volontà di serbare una traccia dell'opera dei tanti artisti nati in Second Life, a volte per caso: una sorta di monumento all'artista ignoto che rivendica a gran voce il diritto ad avere un quarto d'ora di celebrità. Se non nella prima vita, almeno nella seconda.

Mario Gerosa, curatore della mostra “Rinascimento virtuale

Fonte: Facebook, Gruppo "Festival della creatività"

1 commento:

roxelo_babenco ha detto...

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